In un’aula sta per iniziare una seduta d’esame. Prima però un assistente invita gli studenti ad osservare un minuto di silenzio. Altrove un giovane parla al telefono con tono nervoso, mentre Sara, giovane e bella, fa colazione al bar di suo padre prima del suo ultimo esame.
Il corto “30 e lode” tratta i temi importanti della meritocrazia e della legalità all’interno delle università italiane.
Scritto e interpretato da Stefano Muroni e Walter Cordopatri, ex allievi del corso di recitazione, il corto della durata di 10 minuti è stato interamente girato in Calabria (Rizziconi – Reggio Calabria), con comparse e finanziamenti del luogo. E’ stato presentato in anteprima a fine ottobre al Centro Sperimentale di Cinematografia dal professore e storico di cinema Flavio de Bernardinis. E’ stato scelto fuori concorso al Festival Internazionale del Mediterraneo (MedFilm Festival) all’interno di “Spazio Libero” ai primi di novembre. Il 23 novembre arriva in finale al prestigioso Festival Internazionale “POPOLI E RELIGIONI” di Terni, aggiudicandosi la Menzione Speciale della Giuria. Diretto da Salvatore Romano (Liberarsi. Figli di una rivoluzione minore, 2010), è da segnalare la presenza di Elio Bisignani (direttore della fotografia) e Andrès Arce Maldonado (direttore del suono), collaboratori dei documentari e dei film di Elisabetta Sgarbi da oltre 10 anni. Nel cast anche Eliana de Marinis (ex allieva del corso di recitazione) e l’attore Antonio Tallura.
Ho incontrato per la prima volta Stefano Muroni ad una cena ebraica organizzata dal F.A.I. – Fondo per l’Ambiente Italiano, dove era invitato come lettore di racconti riguardanti appunto l’ebraismo.
Mi ha colpito molto la sua capacità d’attore e il suo forte impegno.
Così, quando la mia strada si è nuovamente incrociata con quella di Stefano, non ho potuto fare a meno di chiedergli di raccontarmi la sua storia, e mi è venuto poi naturale raccontarvela sul Blog.
Stefano nasce a Ferrara nel 1989, e quindi oggi ha soli venticinque anni, nonostante ciò è riuscito ad tenermi concentrata per circa un’ora ad ascoltare la sua vita, diversa dalla maggior parte dei suoi coetanei, perché ricca e affascinante.
È dall’età di sei anni che sogna di fare l’attore. Sua madre, una maestra elementare, fin dall’inizio intuisce questo suo desiderio ma cerca bonariamente di dissuaderlo, convinta lei stessa che avrà poche chance di entrare al ‘Centro Sperimentale di Cinematografia’ di Roma, come lui desidera.
A tentare di fargli cambiare idea, questa volta non bonariamente, c’era anche qualche coetaneo che lo prendeva in giro: nessuno allora credeva che Stefano potesse riuscirci.
Eppure a volte i desideri dei bambini superano ogni più rosea aspettativa se perseguiti con forte e vera dedizione, così quando a dodici anni vince la sua prima borsa di studio di centocinquantacinque euro offerta dall’AVIS di Tresigallo, paese della Provincia di Ferrara, dove risiedeva, chiede alla madre di metterli da parte per i suoi studi di recitazione.
Dopo le superiori, al ‘Liceo Socio Psico Pedagogico, indirizzo Discipline dello Spettacolo’ di Ferrara, i soldi guadagnati con le borse di studio erano cinquemila euro e Stefano – intanto era stato anche atleta di nuoto a livello agonistico, era diventato istruttore di vela e aveva frequentato il Conservatorio, corso di pianoforte – si reca a Roma per partecipare alle selezioni del ‘Centro Sperimentale di Cinematografia’. Viene così scelto, da Giancarlo Giannini, tra milleduecento ragazzi, insieme ad altri sette maschi e otto femmine per frequentare questa prestigiosa scuola ed uscire così dopo tre anni come attore professionista.
Ma faccio un passo indietro; Stefano aveva già recitato alle medie con Massimo Malucelli, il quale ha subito riconosciuto in lui un adolescente di grande talento, tanto da affidargli l’anno dopo, appena arrivato al liceo, la parte da protagonista nel dramma di William Shakespeare ‘Misura per misura’. All’oggi è uno dei suoi più preziosi collaboratori ed è stato proprio Stefano a portare l’idea di costituire il ‘Centro Preformazione Attoriale’ – la prima scuola di recitazione in Italia per adolescenti – presso ‘Fone’ Scuola di Teatro’, a Ferrara, che serve giust’appunto a pre-formare i giovani adolescenti ferraresi, e non solo, per le audizioni delle più importanti scuole di recitazione italiane ed estere.
Altro sogno – realizzato – di Stefano era andare al ‘Giffoni Film Festival’, dove sperava di partecipare come giurato. Non solo è stato per tre anni giurato MasterClass, ma da tre anni è Presentatore Ufficiale della categoria +10, e questo sogno si è realizzato grazie a Claudio Gubitosi, ideatore e direttore artistico del ‘Giffoni’, che l’ha voluto fortemente.
Quello che mi ha colpito di Stefano è la sua grandissima energia che è palpabile e aleggia nell’aria anche mentre si racconta.
Torno quindi nello specifico, ai sui progetti realizzati: il corto ‘30 e lode’, tratto dagli scandali dell’Università di Messina del ’97 e girato due anni fa in Calabria, diretto da Salvatore Romano, che racconta l’illegalità nelle università italiane; l’ultimo film di Massimo Alì Mohammad ‘Amore tra le rovine’ dove Stefano è protagonista e interpreta la parte di un soldato indeciso tra il dovere che la guerra gli impone e il desiderio di pace.
Stefano è protagonista di un altro cortometraggio: ‘Tommaso’, che parteciperà a diversi festival internazionali dal 2015, dove interpreta un giovane seminarista combattuto tra una scelta di vita o di morte. In questo lavoro ha avuto la possibilità di recitare con mostri sacri del nostro cinema, come Monica Guerritore e Giulio Brogi.
Infine l’ultima fatica da protagonista, ‘Terremotati – La notte non fa più paura’ opera prima di Marco Cassini, girato nel Ferrarese, il cui tema principale è la morte sul lavoro durante il terremoto d’Emilia.
A febbraio uscirà un suo libro che racconta la storia di Tresigallo, il paese della sua infanzia.
Io sono rimasta molto colpita da Stefano, non c’è da credere che abbia solo venticinque anni, specialmente quando gli chiedo come deve essere un attore. Mi risponde: ‘Deve essere espressivo, deve trasmetterti emozioni facendoti riflettere, e portarti in un mondo parallelo per un’ora e mezza’. ‘Non serve essere belli’ dice, ‘Non è abbastanza, oggi’.
Stefano ritiene che la sua generazione abbia una grande responsabilità, la scelta è: ‘O continuiamo a produrre i Telefoni Bianchi del ventunesimo secolo, oppure portiamo in scena l’attualità e riflettiamo sul grande schermo i desideri e i bisogni che sente la gente comune’.
Stefano cerca di scegliere con coerenza ciò che interpreta decidendo di avere un proprio stile, un suo personalissimo ‘timbro’. Non è da tutti!!!
Mi sono diplomato con successo in recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma diretto da Giancarlo Giannini nel 2012. Il diploma mi è stato consegnato dal maestro Ennio Morricone.
Ho capito fin da subito che, se volevo farmi notare nel mondo cinematografico, dovevo inventare una nuova strada, che forse ancora non esisteva per gli attori.
Ho deciso così di diventare produttore delle mie storie. Ho iniziato a scrivere le mie storie che avrei voluto trasformare in arte cinematografica, ho cercato i finanziamenti per produrle, ho studiato e cercato tutte le location necessarie, ho interpretato il protagonista di queste storie; inoltre, dopo aver prodotto le opere, le ho distribuite nei festival, poi nei cinema, infine le ho vendute alle televisioni nazionali.
Senza contare il grande lavoro di ufficio stampa che ho imparato sul campo. La mia università di produttore è stata la strada e l'esperienza. E ho capito che nulla sarebbe stato più bello che essere meravigliosamente indipendenti, nel senso più nobile del termine: non dipendere da nessuno.
Così, senza aspettare casting, registi o produttori che si accorgessero del sottoscritto, ho iniziato io stesso ad accorgermi di chi ero e che cosa volevo fare nella mia vita.
Nasce così il mio primissimo lavoro come imprenditore creativo, "30 e lode", che tratta il delicato tema della meritocrazia e dell'illegalità all'interno delle università italiane.
Era il 2012. Da quel piccolo lavoro la mia carriera è andata in crescendo e non mi sono più fermato. E sono ancora qua.
Ho sempre avuto un grande sogno: quello di creare un nuovo concetto di città creativa italiana. Città in cui, da ragazzo, avrei tanto desiderato vivere, per formarmi e muovere i primi passi nel mondo del lavoro.
Da quando ero bambino, sognavo di entrare nel mondo del cinema, ma nella mia città, Ferrara, terra di cineasti e premi Oscar, ma in fondo in tutto il nord Italia, non esistevano scuole di cinema, campus internazionali, agenzie cinematografiche, produzioni.
Mi informai se c’era una scuola prestigiosa del cinema nel centro nord, ma non trovai nulla.
A diciotto anni mi trasferii a Roma, dove fui ammesso ai corsi di recitazione del Centro Sperimentale di Cinematografia, la scuola più antica del mondo, a cui devo molto.
Dopo dieci anni di gavetta e lavoro, dopo aver prodotto e interpretato film andati su SKY a RAI o in selezione ai David di Donatello, condotto festival prestigiosi e collaborato come attore con Enciclopedia Treccani e Rai, dopo essere diventato commissario per il Ministero Italiano, ho voluto realizzare una filiera creativa unica in Europa, dove poter accogliere tutti quegli instancabili sognatori affinché possano trasformare i propri desideri in realtà, lavoro, mestiere.
Ho così immaginato una città e un territorio dove potesse avere origine una vera filiera creativa basata sull’ascolto delle buone idee, sul rispetto delle persone, sulla valorizzazione dei talenti, sull’artigianalità dell’immaginario, sull’imprenditoria della creazione artistica generata dalle giovani menti.
Una factory artistica attraverso la quale poter accompagnare l’adolescente che sogna di trasformare la propria passione per il cinema in mestiere fino a compiere i primi passi nel mondo del lavoro.
Ferrara La Città del Cinema vuole essere un nuovo modo di concepire la filiera creativa del futuro, partendo dal concetto di “identità” e “territorialità”.
É un concetto innovativo che si fa geometria di tutto il territorio ferrarese, promuovendo la preformazione artistica, anche a livello internazionale, formazione professionale, produzione, nuove professionalità, internazionalità degli eventi, occupazione, cineturismo.
Vuole essere un attrattore culturale ed economico.
É un'esperienza in divenire dalle tante anime, un mosaico le cui varie tessere compongono il disegno di una straordinaria factory artistica che ha soprattutto nei ragazzi, nelle nuove generazioni e nelle famiglie che abitano il territorio, l'orizzonte di riferimento.
Sette anni fa sono partito da solo, con un'idea in testa e tanta voglia di trasformare i miei sogni in realtà. Oggi siamo una squadra di 30 professionisti che lavora a questa impresa creativa, con un patrimonio di oltre 300 ragazzi tra l'Italia e il mondo.
A Ferrara ho fondato nel 2014 il Centro Preformazione Attoriale, la prima scuola in Italia di teatro e cinema per adolescenti da 14 a 18 anni, in partnership con scuole di tutta Europa e con il Giffoni Film Festival, dove gli allievi sono ragazzi che provengono da molteplici città.
La preformazione non si ferma d’estate, infatti ogni anno 100 ragazzi dai cinque continenti si ritrovano in provincia di Ferrara, a Villa La Mensa di Copparo, per partecipare alla Tenda Summer School, campus unico al mondo, dove si studia dalla Commedia dell’Arte allo spettacolo contemporaneo.
Ad ottobre 2019 ho fondato la prima scuola di arte cinematografica dell’Emilia Romagna e una delle poche del centro nord: la Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini, con corsi di regia, sceneggiatura e recitazione, in collaborazione con scuole e festival di cinema del mondo.
A Ferrara ho voluto che avesse sede l’unità locale della mia società di produzione Controluce Produzione, che negli ultimi anni ha prodotto e distribuito film girati nel ferrarese, andati in onda su Rai e Sky, oltre ad aver realizzato importanti documentari per la Rai.